Dopo “The Spoils of War”, pensavano che qualsiasi vicissitudine ci avessero propinato, non sarebbe mai stata all’altezza. Di fatti il quarto episodio di questa stagione probabilmente sarà considerato uno dei più gloriosi che questa serie ci abbia mai regalato, eppure Eastwatch riesce ancora una volta a sorprenderci e non per lustre armature o spade sguainate, ma per intrecci, intrighi e alleanze che non ci saremmo mai aspettati di vedere.
Al termine dello scontro tra armate Lannister e Targaryen, Daenerys chiede all’esercito nemico di inchinarsi e cambiare fazione, perché magnanimamente aveva risparmiato loro la vita, chiunque avesse rifiutato, sarebbe stato giustiziato, una sorta di ultimatum senza via di scampo.
Ser Randyll Tarly rifiuta di piegarsi al cospetto della regina dei draghi, che non sembra voler accettare alcun no come risposta. Il Lord di Horn Hill solleva un argomento interessante, dando una spiegazione pertinente e coerente a riguardo, infatti non si inchinerà mai ad un sovrano estraneo a Westeros.
Daenerys di fatti ha mostrato la sua natura selvaggia, portando i Dothraki in territorio occidentale, ma la maniera con cui ha punito la famiglia Tarly è più “nostrana” di quanto si pensi. Al consiglio di Tyrion di chiuderli nelle celle di Dragonstone, per far cambiare loro idea, preferisce seguire le orme del padre e arrostirli vivi nella propria armatura, richiamando la morte di Rickard e Brandon Stark, citata magistralmente qualche episodio fa.
Purtroppo Daenerys mostra ancora una volta di non essere pronta al trono, lasciando sgomenti coloro che la circondano, la sua scelta di incenerire chiunque le si opponga la porterà a governare su un cimitero (e non a causa degli Estranei). A dimostrare questo temperamento fin troppo bollente è anche il concilio che tiene con i suoi alleati. La promessa di aiutare Jon nella sua crociata sembra valere solo dopo l’acquisizione del trono, perché pensa che abbandonando la guerra la darebbe vinta a Cersei, dimenticandosi che sarebbe di vitale importanza salvare i Sette Regni prima ancora di governarli.
Purtroppo sembra che nessuno voglia imparare dalla scelta di Stannis, al quale si può recriminare tutto, tranne che avere realmente a cuore le sorti del regno, prima che il potere.
La valenza del suo folle corredo biologico viene ricordata ancora una volta da Tyrion e Varys, l’eunuco infatti sottolinea quanto sia importante la funzione del primo cavaliere del mitigare lo spirito della sua regina, consigliandola a dovere. Tyrion ancora una volta riesce ad eluderla sortendo la trama di un piano a dir poco strampalato e surreale (che ha portato a situazioni ancor più surreali, di cui parlerò successivamente). Incontrare Jaime nelle segrete della fortezza rossa per accordarsi sul dimostrare a Cersei l’esistenza degli Estranei non è mai stato così reale.
La maggior parte di voi avrà riso alla visione della realizzazione di questa scena, ma finalmente abbiamo visto i fratelli Lannister a confronto. Nuovamente Jaime ha testimoniato di essere il più manipolabile tra i suoi fratelli, sia dal minore che dalla sua gemella, la quale, parlando di tiranni, riesce ancora a farsi strada, nonostante la svolta di Daenerys.
Infatti la notizia della sua gravidanza sembra essere nient’altro che una bugia, lanciata su un piatto d’oro per cercare di annientare il legame tra Jaime e Tyrion. Potremmo dare ovviamente credito a Cersei, ma c’è una cosa che fa avvalorare questa teoria, ovvero la profezia di Maggy la rana. Se non la ricordate, dovrete scavare indietro tra le stagioni, fin quando non troverete una Cersei bambina alla quale viene annunciato che avrà tre figli e che le loro tombe saranno dorate, di questo conteggio però non fa parte l’unico bambino concepito con Robert, abortito prima della sua nascita.
A questo punto, però, possiamo addirittura pensare che la nostra regina reggente possa semplicemente morire (perché non abortirebbe mai volontariamente il figlio di Jaime) prima della nascita del nuovo erede.
Rimanendo ad Approdo del Re, ritroviamo un personaggio che personalmente non speravo più di rivedere. Come i miei costanti rimandi ai Baratheon dimostrano, rivedere Gendry è stato un tuffo nel passato e alle vecchie glorie di Robert.
Le citazioni sono infinite, dalla sua irruenza, alla sete di sangue, alla sua sagacia, all’iconico martello con cui ha massacrato il cranio di Rhaegar Targaryen (non sono di parte, chi ve lo fa pensare?). Vederlo unito in una sorta di Bastards Bros, con Jon Snow, e sentirli parlare dei vecchi tempi, come se fossero amici da sempre, per me è stato un momento toccante, e lo sarà stato sicuramente per chi, come me, è legato terribilmente alla Ribellione di Robert.
Ancora l’improbabilità degli eventi porta uno Squad impensabile alla ricerca di un estraneo aldilà della Barriera, con Thoros, il Mastino e Beric Dondarrion e la sua Lightbringer, Tormund, Jorah, reclutato a Dragonstone dopo il suo breve incontro con la sua Khaleesi, Jon e Gendry, lasciando questa parentesi per il sesto episodio.
Ovviamente Eastwatch si concentra anche su altre due importanti ambientazioni, Winterfell, dove abbiamo lasciato Arya e Sansa alle prese con i litigi, non molto differenti dalla prima stagione.
Per la più piccola delle Stark sembra non sia cambiato nulla, e attribuisce a sua sorella maggiore comportamenti simili a quelli avuti durante l’infanzia, nonostante le sue innegabili doti governative (#TeamSansa on the Throne). Quello che rende ancor più enigmatico l’episodio è il biglietto che lascia Petyr nel materasso, sapendo che Arya lo avrebbe trovato. La lettera che trova è quella che Sansa fu costretta a scrivere, in maniera tale che Robb si alleasse con Joffrey (so che anche voi avrete sicuramente stoppato per leggere la pergamena), facilmente deducibile dalle prime battute e dalla firma “your sister, Sansa”.
La lettera, ovviamente, rappresenta un ulteriore pretesto per eventuali scontri tra le Stark, tra le quali non corre buon sangue, dato che in quelle parole, dettate da Cersei, si può percepire solo fedeltà verso i Lannister, mettendo Sansa in una posizione realmente discutibile.
E finalmente arriviamo al sodo, forse la rivelazione più importante dell’intera serie, che sono convinta abbia sbalordito anche chi conosce le pagine del libro a memoria. La bomba è stata sganciata, con precisione, da Gilly, che leggiucchiando ingenuamente un librone, sembra essere incappata nell’atto di annullamento di matrimonio di “Regger” Targaryen e Elia Martell, rendendo Jon un po’ più un legittimo erede di quanto non sia mai stato.
Questo potrebbe potenzialmente vanificare la pretesa al trono di Daenerys? O addirittura rendere palese il possibile matrimonio tra Jon e Dany? L’unico motivo per il quale accetterei di vederli insieme è il mitigare possibilmente la sua tirannia, sebbene io non riesca proprio ad immaginarli come una coppia.
Jon ha preferito considerarsi realmente un re, pur di non assecondarla, e sappiamo quanto non si senta tale. Al contrario, però, devo dire che la scena con Drogon ha reso giustizia a questo personaggio, dimostrando quanto solo i Targaryen possano toccare i draghi (ricordate che anche Tyrion è riuscito ad accarezzarne uno?).
L’episodio non è stato tra i più avvincenti della saga, ma sappiamo che ci attende una 7×06 spettacolare e noi non vediamo l’ora di condividerla con voi, intanto passate dalle nostre pagine amiche: An Anglophile Girl’s Diary ~ Le migliori frasi de “The Game Of Thrones” ~ The White Queen Italia